Monastero “Da un bosco”
Monastero “Da un bosco”
Si trova a circa 25 km a sud di Ramnicu Valcea e a 12 km a nord di Babeni, nella valle di Otasaului, nel comune di Francesti. Secondo un’antica tradizione locale, fu fondata nei primi decenni del XVI secolo, costruendo un’unica quercia in questo luogo. Fu costruito in onore dell’icona della Madre di Dio, icona che è ancora oggi conservata nella chiesa di pietra del monastero. Sulla base di questa tradizione, l’insediamento monastico porta il nome di “Dintr-un Lemn”.
La prima testimonianza sul monastero fu scritta dal diacono Paolo di Aleppo, che accompagnò il patriarca Macario di Antiochia nei suoi viaggi attraverso le terre rumene tra il 1653 e il 1658. Egli affermò che un monaco aveva trovato un’icona della Vergine Maria nella cavità di una quercia secolare. In quel momento avrebbe sentito una voce che lo avrebbe esortato a costruire un monastero dal tronco di quell’albero.
Il metropolita di Ungrovlachia, Neophytos il Cretese, indagando sul monastero il 29 luglio 1745 scrisse: “Un pastore di nome Radu, al tempo di Alessandro Voda (1568-1577), sognò l’icona della Madre di Dio menzionata da Paolo d’Aleppo e, abbattendo la quercia in cui si trovava l’icona, fece con il suo legno una piccola chiesa, chiamata per questo motivo Da un bosco”.
Nel 1842, il poeta Grigore Alexandrescu disse la stessa cosa. L’esistenza delle querce secolari, così come l’icona, sono oggi prove innegabili delle verità racchiuse nella leggenda.
Costruita proprio sul luogo della quercia che portava l’icona, con ogni probabilità intorno alla metà del XVI secolo, la chiesa in legno è fatta di spesse barre, con incastri a coda di rondine. È di forma rettangolare, con un’abside d’altare non incrociata, con una lunghezza complessiva di 13 m, una larghezza di 5,50 m e un’altezza di circa 4 m. È circondata all’esterno da un’area divisoria e da un’area di sosta. È circondata all’esterno da una mensola tortile, intagliata nello spessore del legno, con un portico aperto senza cuspide.
L’iconostasi, scolpita in legno di tiglio nel 1814, è una vera e propria opera d’arte come molte delle icone lignee che adornano l’interno della chiesa.
L’icona della Madre di Dio, legata all’esistenza di questo santo insediamento monastico, è conservata con grande venerazione nella grande chiesa. Nel 1929 Andrei Grabar dell’Università di Strasburgo visitò il monastero e, studiando l’icona, la identificò come dipinta nel IV secolo nel monastero di Theothokos, in Grecia, su un modello che si dice sia appartenuto all’apostolo Luca, che per primo dipinse la Vergine Maria. Secondo la tradizione, esistono ancora tre copie del dipinto nel mondo.
Il professor I.D. Stefanescu afferma che l’icona è stata dipinta solo nella seconda metà del XVI secolo. Secondo A.M. Muzicescu, l’icona sarebbe stata lavorata prima del 1453, a Bisanzio o sul Monte Athos, utilizzando un modello più antico. Quest’ultima ipotesi è anche la più plausibile, ma il modo in cui l’icona è arrivata a noi rimane sconosciuto.
Gli inizi del Monastero di Legno sono legati, come abbiamo visto, ad alcune tradizioni o leggende che senza dubbio conservano una parte di verità. Il primo documento in cui compare il nome dell’insediamento monastico è datato 20 aprile 1635.
In un’altra testimonianza scritta il 27 novembre 1640, Matteo Basarab afferma di aver costruito il monastero “de isnoava de’ntemei”. Lo include tra i monasteri da lui fondati.
L’iscrizione della chiesa parietale, sopra l’ingresso principale, risalente al 1715, scritta per volere di Stefan Cantacuzino (1714-1716), conferma quanto riportato nel documento del 1640, ossia che la chiesa parietale fu costruita da Matteo Basarab. Infatti, il pomelnic del monastero, redatto da Dionisie, ecclesiastico del Metropolitanato di Bucarest nel 1804, dopo quello del 1715, nella scheda numero 6, attesta che Matei Basarab fu il fondatore.
Sempre con Matteo Basarab inizia l’omelia del 1845 scritta da Gheorghe Gherontie de la Hurezi, documento originale nella collezione del monastero. Tuttavia, Paolo d’Aleppo, che visita il monastero, come abbiamo notato sopra, negli anni 1653-1658, quindi circa 20 anni dopo la fondazione della chiesa di pietra, aggiunge a quanto registrato dalla tradizione locale e dai documenti scritti fino ad allora che il monastero è la fondazione di un grande spatar e nobile contemporaneo di Matteo Basarab.
A quelle confermate da Paul Alep e basate su documenti più recenti, Radu Creteanu afferma che “l’autore della seconda fase di costruzione del monastero di Dintr-un Lemn, il complesso di edifici in pietra che fa parte del muro della chiesa, non può essere altri che Preda Brancoveanu stesso, ex grande spatar e grande cultore, grande vornico, futuro bandito”.
Il fatto che alcuni documenti attestino Matei Basarab come fondatore della chiesa di pietra, e altri Preda Brancoveanu, non deve confondere il ricercatore. È possibile che sia il sovrano che il suo parente, il grande boiardo Preda Brancoveanu, abbiano partecipato a questa costruzione. Questo fatto è confermato dal dipinto dei fondatori nel pronao della chiesa di pietra.
La chiesa odierna mostra in generale l’architettura di Matei Basarab. Dal punto di vista architettonico, la chiesa a muro è a pianta triconica, con altare ottagonale, e il pronao termina con un portico su pilastri. Oltre all’icona della Santa Vergine, legata al passato del monastero, vi sono le due policandre di Serban Cantacuzino e della signora Marica Brancoveanu, le tre grandi icone imperiali e 36 icone più piccole dipinte nel 1833-1840 da Gheorghe Gherontie de la Hurezi. Nel 1715 Stefan Cantacuzino restaurò completamente il campanile del monastero, situato all’ingresso del recinto principale e della casa padronale.
Dopo il restauro del 1938-1940, realizzato dal Ministero dell’Aeronautica e della Marina, questo complesso monastico divenne un santuario simbolico di culto per gli aviatori e i marinai.
Si ringrazia la Vâlcea Turistica per l’autorizzazione all’uso delle foto e delle informazioni.